raccolta di collegamenti e qualche appunto su questioni di diritto dell'informatica, sicurezza, morale...

giovedì 24 aprile 2008

UNICEF Japan: urge includere la pornografia virtuale tra le proposte di proibizione

http://animeclick.lycos.it/notizia.php?id=18544

Il partito liberal-democratico giapponese (la fazione politica più conservatrice del Paese) e la sua coalizione, sotto la pressione internazionale, preparano una normativa che renderà illegale il possesso di materiale pornografico a sfondo minorile per la prima volta nel Paese.
Il tentennante progetto di legge, però, non include nella lista la cosiddetta pornografia minorile “virtuale”, come quella che potrebbe essere rappresentata in taluni fumetti, prodotti d’animazione e videogames. Alcuni membri del partito si sono riuniti appositamente per affrontare la questione. La stessa rappresentanza incontrerà Thomas Schieffer, ambasciatore americano a Tokyo, che aveva recentemente fatto notare le mancanze normative del governo giapponese in materia, e come anche il solo possesso di materiale simile sia proibito negli altri Paesi Membri del G8 (che quest’anno terrà il suo Summit proprio in Giappone, tra il 7 e il 9 luglio a Hokkaido), oltre alla Russia.

La divisione giapponese dell’UNICEF (United Nations Children's Fund) guida la campagna per proibire la pornografia minorile virtuale, così che sia inclusa nel progetto di legge giapponese. Lo scorso ottobre il governo nipponico aveva avviato una ricerca sulle “pubblicazioni dannose” i cui risultati sono stati molto discussi. Alla proposta di regolamentazione della pornografica disegnata, l’86,5% degli intervistati si era dichiarato favorevole.

C’è tuttavia qualche perplessità sulla definizione di “pornografia minorile virtuale”; UNICEF intende anche quella che coinvolge produzioni con persone reali sopra i 18 anni, che dovrebbero essere proibite se gli attori, pur maggiorenni, indossano indumenti come la divisa scolastica alla marinaretta, e hanno un aspetto fisico che li fa apparire più giovani.

I contrari alla proposta di legge affermano che questa proibizione infrange la libertà di stampa e di espressione e, addirittura, possa indurre gli uomini che usano queste produzioni come valvola di sfogo per le loro pulsioni sessuali a commettere reati più gravi. Altre critiche ribadiscono che i personaggi raffigurati in tali produzioni sono solo di fantasia e non possono essere dannosi.

Sia nel 1999 che nel 2004, in Giappone sono già state approvate delle leggi che vietano la produzione e la vendita - ma non il possesso - di materiale pedo-pornografico. Secondo il ministro della Giustizia giapponese, negli ultimi anni c’è stata una crescita delle denunce per casi di pedo-pornografia, che sono passate da 25 nel 1999, a 214 nel 2003, fino a 585 nel 2006.

Microsoft e Yahoo! supportano la campagna.